San Giorgio di Nogaro ha origini molto antiche documentate da numerosi ritrovamenti archeologici. La zona faceva parte dell'area soggetta alla città di Aquileia, di qui passava la via romana Annia che univa Padova ad Aquileia e lungo la quale si sono sviluppati i quattro nuclei abitativi più antichi: Chiarisacco, Zuccola, Borgo di Sopra, Zellina.
Nei secoli successivi l'espansione urbana si sposta più a Sud, dove si trova attualmente San Giorgio il cui toponimo ha origini altomedievali.
Il culto del celebre martire orientale viene introdotto in occidente dai Bizantini, il cui dominio in Friuli ha preceduto l'invasione longobarda.
La leggenda della fanciulla che egli libera dal drago si afferma al tempo dei Crociati quando il culto del Santo, che fornisce la propria assistenza ai soldati cristiani, si impone con maggiore intensità. Il nuovo calendario romano universale (1969) ha conservato la festa il 23 aprile.
In epoca medievale San Giorgio di Nogaro segue le sorti della Regione che vede, dapprima, il dominio dei Patriarchi di Aquileia ed, in seguito, quello della Repubblica di San Marco.
Un momento decisivo della nostra storia è rappresentato dalla Dieta di Worms, nel 1521.
In questa occasione San Giorgio, insieme ad altre ville friulane, viene ceduto all'Austria.
In seguito alla Terza Guerra d'indipendenza, San Giorgio diventa Comune di confine con il Friuli Orientale rimasto all'Austria.
Grazie alla sua posizione di confine a San Giorgio si sviluppa tutta una serie di commerci locali e internazionali, di attività mercantili, portuali e terrestri, di attività artigianali con riflessi positivi anche sullo sviluppo della produzione agricola.
Durante la Prima Guerra Mondiale viene fondata l'Università Castrense per studenti in medicina richiamati alle armi, con un corso in medicina e chirurgia. Vengono allestite delle baracche per i dormitori e il refettorio, altre per le varie aule; la sala cinematografica Maran viene utilizzata come aula collettiva, la sala maggiore del Palazzo comunale come aula magna, la cella del camposanto come aula di anatomia.
I medici laureati sono stati 1.200, e da San Giorgio partivano per i campi di battaglia dove c'era sempre più bisogno della loro opera.
Nel primo dopoguerra la risorsa principale del comune rimane l'agricoltura, attorno alla quale gravitavano gran parte delle aziende artigianali e le piccole industrie.
Il secondo conflitto mondiale porta con sè una grave crisi economica: ne è un sicuro indizio il costante aumento dell'emigrazione.
Negli ultimi decenni San Giorgio ha iniziato una sensibile ripresa anche grazie all'istituzione di una zona industriale denominata Aussa-Corno per la sua dislocazione geografica nel triangolo compreso tra la foce dei due fiumi (l'Aussa ed il Corno).
Strettamente collegato alle attività della zona industriale è il Porto di Nogaro (l'unico porto della Provincia di Udine) sul fiume Corno. Le voci merceologiche più rappresentate sono state: ferro, legnami e carta (imbarcate); rottami di ferro e ghisa, prodotti chimici e cemento (sbarcate). Sul fiume Corno trovano collocazione anche modernissime darsene che ospitano oltre 500 posti barca.
San Giorgio di Nogaro è sede di numerose e famose società sportive, che possono usufruire di attrezzature ed impianti all'avanguardia, dal Palazzetto dello Sport al nuovissimo Campo Sportivo, dal Centro Canoa e Canottaggio, al Campo di Baseball.
Qualificati i servizi offerti in campo socio-assistenziale che vanno da una Casa di Riposo che accoglie 140 anziani, a interventi di sostegno alle persone più deboli. Significativa la realtà culturale per merito di una Biblioteca fornita di un ricco patrimonio librario e di un tessuto di scuole apprezzate per la validità dell'offerta formativa arricchita dalla recente istituzione dell'istituto Tecnico Industriale 'A Malignani", centro del futuro Polo tecnico professionale.